23 luglio. In scena Rigoletto seconda opera lirica dello Sferisterio Opera Festival

23 Luglio 2011

Secondo giorno di festival. In scena da sabato 23 luglio alle ore 21 (repliche 27 – 30 luglio, 4 – 6 agosto), allo Sferisterio di Macerata, RIGOLETTO di Giuseppe Verdi, in una nuova produzione dello Sferisterio Opera Festival con la direzione del giovane maestro Andrea Battistoni, la regia, le scene ed i costumi sono di Massimo Gasparon, disegno luci di Sergio Rossi

con Ismael Jordi (Duca di Mantova), Giovanni Meoni (Rigoletto), Desirée Rancatore (Gilda), Alberto Rota (Sparafucile), Tiziana Carraro (Maddalena), Annunziata Vestri (Giovanna), Lucio Mauti (Marullo), Enrico Cossuta (Matteo Borsa), William Corró (Il Conte di Ceprano), Antonio Barbagallo (un usciere di corte), Silvia Giannetti (un paggio della Duchessa).

Rigoletto, melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, tratto dal dramma di Victor Hugo Le Roi s’ amuse, è la seconda opera lirica del cartellone dello Sferisterio Opera Festival, firmata da Verdi e prosegue l’omaggio che lo Sferisterio dedica al compositore in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Il capolavoro di Verdi è proposto in un nuovo allestimento, in coproduzione con la Fondazione Pergolesi Spontini e il Circuito Lirico Lombardo. Rigoletto vede il debutto allo Sferisterio di Andrea Battistoni, uno dei giovani direttori emergenti nel panorama musicale internazionale e Primo Direttore Ospite del Teatro Regio di Parma.

Il giovanissimo astro nascente della direzione d’orchestra Andrea Battistoni, presente nei cartelloni internazionali, quale direttore più in vista della sua generazione, conferma l’alto livello di qualità che caratterizza lo Sferisterio Opera Festival. Andrea Battistoni, classe 1987, ha già diretto sul podio dei più importanti teatri italiani ed è Primo Direttore Ospite del Teatro Regio di Parma e dirigerà allo Sferisterio la Fondazione Orchestra Regionale delle Marche.

Dell’opera che il Maestro Andrea Battistoni dirigerà allo Sferisterio sostiene: – Rigoletto ovvero la maschera tragica di Verdi: c’è qualcosa di Edipo in questa figura deforme, accecata dal Fato (viene bendato a sua insaputa, il poveraccio), la cui colpa contro la dignità e l’amore paterno ricade proprio sul capo della figlia Gilda – dichiara il M° Andrea Battistoni – Sulla scena assistiamo ad una congiura del destino contro un’anima abbandonata da una società sorda alla pietà; osserviamo con stupore al realizzarsi di una maledizione lanciata da un padre disperato su un altro padre, che pagherà il prezzo più alto per aver cercato subdolamente proprio di far parte di quella stessa società che lo deride e disprezza- prosegue il Maestro – Desiderio di rivalsa frustrato anima le azioni del nostro anti-eroe: la figlia non è solo la speranza di un futuro migliore da vivere attraverso la felicità della giovane stessa, ella rappresenta l’unico contatto del gobbo con sentimenti di pietà e conforto, l’unico legame con un’umanità che non lo umili o isoli (“se t’involi, qui sol rimarrei…”). E con quale forza la musica del maestro di Busseto ci racconta tale storia: scorre un fuoco vivo in questa partitura, pronta ad impennarsi per descrivere la rabbia cieca del rimpianto, il rimorso doloroso e poi a ripiegarsi su se’ stessa, lasciando il posto ad oasi di lirismo e commozione memori del belcanto. Verdi si fa pittore, dipinge per noi il fasto della corte di Mantova come i suoi bassifondi oscuri, tra le note avvertiamo gli accenti di antiche ballate rinascimentali, trasfigurate dall’immaginario romantico in scenario ideale per una vicenda a tinte forti; più che in tanti lavori precedenti, la musica si fa qui mimesi dell’azione, ne accompagna le scene sottolineando il detto e il non-detto, si fa addirittura scenografia, con quella tempesta (atmosferica ed emotiva) che è il cuore del Terzo Atto. Molte le hit sempreverdi, in quest’opera, da “Questa e quella” a “La donna è mobile”, a fare del personaggio più spregevole dell’opera una figura quasi solare e guascona; ma l’anima dell’opera sta tutta in quegli accordi ricorrenti, inquietanti, che accompagnano l’ossessione di Rigoletto, “Quel vecchio maledivami!”. Maschere contro maschere: il Duca senza nome (quanti Duchi si sono succeduti nella Storia…), il buffone protagonista dal nome d’arte da grandguignol, Sparafucile fiero fin dal soprannome della sua vocazione di tagliagole…maschere tragiche da riempire delle nostre ansie e paure, quanti profili a noi familiari possiamo riconoscere in questi “tipi” così universali – E Verdi, ancora una volta, ci accompagna appassionatamente nell’ ennesimo viaggio fino in fondo al pozzo oscuro dell’animo umano, che mai è apparso tanto “vil,scellerato” quanto in questa musica -conclude Andrea Battistoni.

La regia, le scene e i costumi sono di Massimo Gasparon, regista amato e conosciuto nei principali teatri italiani, europei ed internazionali nei quali ha preso parte a numerose produzioni di prestigio, basta ricordare il dittico Juditha triumphans di Antonio Vivaldi, oratorio sacro del 1716, ed Attila di Giuseppe Verdi, le due produzioni dello Sferisterio da lui messe in scena a Macerata nel 2010. Di recente anche il debutto de La Traviata, prodotta dello Sferisterio Opera Festival 2009 e da lui curata, al Teatro Principal di Palma de Mallorca

Il tema della 47°edizione dello Sferisterio Opera Festival si ritrova in quest’opera secondo quanto dichiara il regista, scenografo e costumista Massimo Gasparon: – Destino e Libertà sono le coordinate cartesiane che individuano alla perfezione l’ascesa e la caduta di Rigoletto: egli compie il peccato di superbia e decide di punire il suo signore contro ogni ragionevole convenienza. Non accetta la logica di classe che lo relega a umile servo, marionetta senza anima e sentimento, che deve subire in silenzio e decide di far uccidere il duca, come estrema punizione. Abbiamo la libertà di farci del male, credendoci liberi – prosegue Massimo Gasparon: – L’atmosfera tiepolesca rievoca il fasto veneziano del Gran Teatro la Fenice di Venezia, dove l’opera andò in scena per la prima volta nel 1851. Già nel XVIII secolo il Tiepolo rappresentò i suoi famosi “Pulcinelli acrobati” che tanto incuriosirono e piacquero. Una sala degna del Veronose ci mostra un duca annoiato da feste in maschera, la cui vera evasione è la novità. Gilda è un’oggetto di piacere temporaneo, usato e gettato senza interesse, come accade a tante ragazze. Una giovane semplice e onesta, che si innamora del peggiore partito, e che non può non amarlo. I cortigiani, costretti alla mascherata perpetua, schiavi che schiavizzano i loro simili per evadere la noia, sono al di là di ogni tempo, stereotipi di superficialità, disonestà e di squallida ignoranza. Maschere senza anima, incapaci di umanità. In una società edonistica come questa, il travestimento si erge a verità. La mezza maschera ed il naso adunco di Pulcinella sopravvivono per noi sul volto di Rigoletto, malinconico superstite di un tempo che più non è, protetto dal suo bianco camicione, beffato e beffatore, sull’orlo di quella catastrofe da cui sempre si salva. Ma il nostro Rigoletto-Pulcinella non ha la fortuna delle maschere della commedia dell’arte. La vita, è molto più tragica e crudele e Verdi ci parla di come vita e teatro si incontrino, si intreccino, si separino senza avvisarci. E ci confessa implacabilmente che il lieto fine tanto atteso questa volta non ci sarà – dichiara Massimo Gasparon.

Lo Sferisterio Opera Festival prosegue al Teatro Lauro Rossi il 24 luglio (repliche 28-31 luglio) con Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart, in coproduzione con la Fondazione Teatro delle Muse di Ancona, direttore Riccardo Frizza, regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi, con Carmela Remigio (Fiordiligi), Ketevan Kemoklidze (Dorabella), Andreas Wolf (Guglielmo), Juan Francisco Gatell (Ferrando), Giacinta Nicotra (Despina), Andrea Concetti (don Alfonso).

Il cartellone prosegue il 26 luglio alle ore 21 all’Arena Sferisterio (repliche il 29 luglio e il 5 agosto) con la seconda replica di Un ballo in maschera di Giuseppe Verdi, direttore Daniele Callegari, regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi, con Stefano Secco (Riccardo), Marco Di Felice (Renato), Teresa Romano (Amelia), Elisabetta Fiorillo (Ulrica), Gladys Rossi (Oscar). Il Festival si avvarrà anche quest’anno della FORM-Fondazione Orchestra Regionale delle Marche, del Coro Lirico Marchigiano “V. Bellini”, il cui maestro è David Crescenzi e della Banda “Salvadei” Città di Macerata. Al Cine Teatro Italia il 2 agosto Il tempo di Mahler con Massimiliano Finazzer Flory con la partecipazione di Quirino Principe, Gilda Gelati e Gianni Dallaturca. Sempre al Teatro Lauro Rossi, il 3 agosto si rappresenterà La Festa Monteverdiana, diretta da Marco Mencoboni, col complesso vocale e strumentale del Cantar Lontano, che proponendo il repertorio profano di Claudio Monteverdi si lega idealmente al “Vespro della Beata Vergine”, l’opera sacra che ha inaugurato il SOF 2010. Protagonista di questa serata sarà Anna Caterina Antonacci. Il 7 agosto al Lauro Rossi Giuliana Lojodice in Eroine del Rsorgimento. Il 9 agosto un concerto popolare dedicato al 150° anniversario dell’Unità d’Italia al Teatro Romano Helvia Recina di Villa Potenza.

Nell’ambiito di Danza all’Opera, un progetto di Sferisterio Opera Festival e Civitanova Danza, l’11 agosto allo Sferisterio verrà presentato il Gala di balletto Svetlana Zakharova & Étoiles del Bolshoi Ballet, in prima ed esclusiva regionale a Macerata.?

Il 47° Sferisterio Opera Festival è promosso ed organizzato dall’Associazione Arena Sferisterio, costituita dal Comune di Macerata e dalla Provincia di Macerata, sotto la direzione artistica del Maestro Pier Luigi Pizzi. Il Festival è sostenuto da: Regione Marche, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata, Camera di Commercio di Macerata, Società Civile dello Sferisterio Eredi dei Cento Consorti. Sponsor ufficiale del Festival 2011 è Banca Marche.

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