Barbara Minghetti e Graham Vick fra i 35 personaggi dell’anno scelti dal mensile Classic Voice

22 Dicembre 2018

La direttrice artistica e il regista del Flauto magico numeri uno delle categorie “Manager/istituzioni” e “Opera” per il loro impegno al Macerata Opera Festival

“Classic Voice”, fra i mensili italiani di riferimento del settore, musicale ha svolto un sondaggio fra tutti i critici della rivista, chiedendo di segnalare le personalità che si sono particolarmente distinte nel 2018.

“L’anno che verrà”, titolo dell’articolo pubblicato sul numero di “Classic Voice” di dicembre in edicola in questi giorni, riassume i risultati di questo sondaggio e presenta trentacinque nomi divisi in sette categorie: in testa a quella “Manager/Istituzioni” c’è Barbara Minghetti, direttrice artistica del Macerata Opera Festival, mentre al primo posto dell’“Opera” c’è Graham Vick, regista della nuova produzione del Flauto magico di Mozart in scena la scorsa estate allo Sferisterio.

«L’ultimo Festival di Macerata» – si legge a proposito della categoria “Manager/Istituzioni” – ha conquistato per “felice scelta del cartellone, ottimo lavoro sul territorio e ricchezza di eventi collaterali” (Elvio Giudici), frutto del lavoro della direttrice artistica Barbara Minghetti. A Macerata si è fatto davvero un festival, somministrando proposte registiche e direttoriali varie, diverse e ben integrate, eventi collaterali, il tutto in uno spazio rappresentativo unico, con pubblico “glocal”».

Dettagli maceratesi anche nelle parole dei critici che hanno motivato la scelta nei confronti dell’Inglese: «La carica innovativa delle regie di Graham Vick (solo per restare agli ultimi approdi: Bohème, Flauto magico e Nozze di Figaro ) è sottolineata da Giovanni Chiodi, mentre Foletto mette il regista inglese ancora un passo davanti a tutti per come ha saputo ricostruire lo spazio “impossibile” dello Sferisterio con il suo Flauto politico, dove “porta in palcoscenico un centinaio di figuranti – anche immigrati – che si prendono la scena e alla fine improvvisano come i veri protagonisti”. Una nuova prospettiva registica all’insegna del dialogo sociale e “partecipato” con il testo operistico, già annunciato dall’irripetibile Stiffelio al Farnese di Parma».

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