Le Malentendu dall’opera di Albert Camus, opera da camera in tre atti di Matteo D’Amico con la regia di Saverio Marconi e la direzione di Guillaume Tourniaire (replica il 29 luglio).
Evento di spicco dello Sferisterio Opera Festival 2009 è la prima esecuzione assoluta dellopera da camera in tre atti Le Malentendu composta da Matteo D’Amico che ne cura anche il libretto in lingua originale. L’appuntamento è al Teatro Italia domenica 26 luglio alle ore 21 con replica il 29 luglio alle ore 21. La regia è di Saverio Marconi, grande ritorno a Macerata dopo l’Elisir d’Amore allo Sferisterio nel 2002.
Direttore per il debutto assoluto dell’opera, il Maestro Guillaume Tourniaire – già presente a Macerata per Le Bel indiferent e The Servant di Tutino e Saul di Flavio Testi. Eseguono la partitura il Quartetto Bernini, formazione specializzata nel repertorio contemporaneo (Marco Serino, Yoko Ichihara violini; Gianluca Saggini, viola; Valeriano Teodoro, violoncello), insieme a Massimo Ceccarelli al contrabbasso, Roberto Petrocchi al clarinetto e Dario Flammini alla fisarmonica. Le scene sono di Gabriele Moreschi, il disegno luci di Valerio Tiberi. Protagonisti Elena Zilio (La Mère), Sofia Soloviy (Martha), Mark Milhofer (Jan), Davinia Rodriguez (Maria), Marco Iacomelli (Le Vieux Domestique).
L’opera è tratta dal dramma omonimo di Albert Camus (©Editions Gallimard, 1958; ©1947/2009 RCS Libri S.p.A./Bompiani) Le Malentendu (Il malinteso), andato in scena per la prima volta al Théâtre des Mathurins di Parigi nel giugno 1944, un testo in cui – racconta Matteo D’Amico – lo scrittore e drammaturgo francese ricorre allessenzialità strutturale della tragedia greca: quattro personaggi in tutto – più una figura muta cui è riservata solo la battuta finale – chiusi nello spazio angusto di un unico luogo, il soggiorno e la camera di una locanda, in una piccola città della Boemia, nellarco breve di poco più d’una giornata. Lintimità e linteriorità della vicenda, che si consuma tutta in poche ore tra le mura disadorne di un piccolo albergo di una sperduta provincia europea, hanno chiamato con sé un organico quanto mai ristretto e, per così dire, in bianco e nero: cinque archi, una fisarmonica e un clarinetto. Quello che creano è come un velo di ghiaccio sopra il quale scorre il canto, un canto che quasi sempre è autentico messaggero della parola. Ho sentito qui il bisogno di lasciar fluire nel modo più piano possibile le cristalline battute dei personaggi di Camus, battute lucide, taglienti, asciutte, che sembrano però non permettere ad essi di comunicare veramente. I momenti di accensione lirica, che di continuo si fanno largo, sono come brevi esplosioni, tensioni estreme per riuscire almeno a dire ciò che non si riesce a comunicare.
La regia è di Saverio Marconi, gradito ritorno a Macerata dopo Elisir d’amore 2002. Le Malentendu è un’opera molto particolare dice Marconi una specie di tragedia greca contemporanea. I personaggi sono una Madre stanca che si lascia trascinare dagli eventi. Una Figlia che non è riuscita ad ottenere quello che voleva, una di quelle tragiche figure che danno la colpa dei propri insuccessi a qualcun altro. Ci sono poi un Figliol Prodigo e la Moglie, e poi c’è un Vecchio. La musica di D’Amico è molto, molto affascinante. La scenografia è a pianta centrale, il pavimento di legno bianco.
Biglietti: Prezzo unico 55 euro.
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