MUSQAT 16/10/2013 – L’arrivo a Musqat è surreale. Cattedrali nel deserto. Caldo a vampate che contrasta con la temperatura da frigorifero degli interni, uomini elegantissimi in completi bianchi svolazzanti, completati da turbanti dai colori pastello. Un altro mondo, remoto e futuribile. Indecifrabile per ora.
Poi si arriva alla Royal Opera House; e li è subito casa; una casa italiana, perché segue le regole del teatro lirico, nostra invenzione; casa omanita, perché le linee dell’architettura squadrate e immacolate, le arabeggianti rifiniture sfarzose sono il segno di questa terra dove i contrasti parossistici sono la norma. Ma anche casa globale perché la lingua che vige è l’inglese ma poi indaghi in giro e scopri che la nazionalità del personale è quantomai variopinta. Il sovrintendente e’ tedesca (una donna, che piacere!): Christina Scheppelmann e la assiste una palermitana, Francesca Campagna!
La prova musicale procede molto molto bene: Meli, Rancatore e Meoni in grande sintonia con il maestro Neschling. Un buon inizio.
Francesco Micheli