Atit: Maggiore considerazione per i Teatri di Tradizione

10 Settembre 2013

ROMA 10/09/2013 – La sommaria identificazione, in occasione del recente dibattito sul fondo di emergenza per le Fondazioni Liriche, fra vita operistica italiana e quelle istituzioni che vanno sotto il nome di Fondazioni lirico-sinfoniche, è inesatta, fuorviante e segno di poca considerazione nei confronti dell’intera categoria dei Teatri di Tradizione.

Lo sostiene l’Associazione Teatri Italiani di Tradizione (ATIT) che ricorda come il comparto lirico-sinfonico italiano – beneficiario dei recenti mirati interventi di carattere economico e normativo ad esclusivo vantaggio delle fondazioni lirico- sinfoniche – sia formato in larga misura anche dai 27 Teatri di Tradizione che costituiscono quel tessuto connettivo secolare, lungo tutto il territorio nazionale, senza il quale le 13 Fondazioni Liriche – alle quali va tutta la solidarietà dell’ATIT – sarebbero cattedrali nel deserto, polmoni senza ossigeno dell’opera italiana.

I Teatri di Tradizione, che producono oltre 300 spettacoli di opera lirica all’anno, per un pubblico di quasi 250.000 spettatori, con solo il 5% dei contributi ministeriali rispetto al 47% di quello che va alle Fondazioni Liriche avvalendosi di una forza lavoro ben più contenuta rispetto ad esse e costretta ad una precarietà sempre maggiore, hanno il diritto, in un momento di crisi come quello attuale, di beneficiare di un sostegno particolare al pari di quello concesso alle Fondazioni lirico-sinfoniche.

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