Un Andrea Chénier entusiasmante è stato quello portato in scena ieri sera da Piero Giuliacci. La sua intensa interpretazione delle più celebri arie dell’opera, Un dì all’azzurro spazio, Sì, fui soldato, Come un bel dì di maggio e le altre, hanno strappato applausi e estasiati apprezzamenti al pubblico. Dotato di una vocalità profonda, di un timbro solare e possente anche nei registri più bassi, di una buona gamma cromatica e di un fraseggio appassionato e ricco di slanci, Giuliacci si è impegnato con estrema generosità in questa prova. Non è la prima volta che si cimenta con il personaggio del poeta francese, che ha già portato in scena al Teatro Massimo di Palermo.Ottima l’intesa con la bravissima Raffaella Angeletti. Il maestro Pier Luigi Pizzi, pur lasciando scorrere il tema politico di fondo che anima la vicenda (la tesi che la Rivoluzione “divora” i suoi figli migliori) ha prosciugato la vicenda all’essenziale, puntando soprattutto sui sentimenti di amore e odio, gelosia e nobiltà d’animo che animano i tre protagonisti dell’opera (Andrea, Maddalena e Gérard) e presentando una “lettura” di tipo quasi intimista caratterizzata da un clima notturno realizzato dalle belle luci di Sergio Rossi. Vincitore assoluto del Puccini Foundation Competition di New York nel 1996, da allora Piero Giuliacci è stato invitato a cantare nei principali teatri internazionali. Dopo le numerose interpretazioni della Bohème (a Shangai, Taiwai e Klagenfurt), di Tosca (a Bari, all’Opera di Roma) e di Turandot (a Copenhagen, Avenches, Palm Beach, ed all’Arena di Verona). Le caratteristiche della sua voce gli hanno permesso di affrontare anche i principali ruoli verdiani. Ha cantato Aida in Europa e nel Sud America, per l’inaugurazione di uno Stadio di oltre 22000 posti in Michigan (Usa), per l’apertura di un nuovo Teatro a Shangai, Cina, in tournée con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, in Sudafrica ed a Lisbona. Al Teatro Regio di Parma, nel 2000 è stato un acclamato Lohengrin. Interprete di Don Carlo e Rigoletto alla Palm Beach Opera, di Ernani a Ravenna e Vigoleno, del Trovatore a Montecarlo, Praga e Bucarest, Reggio Emilia e Modena, è stato successivamente invitato da Zubin Mehta al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. All’Arena di Verona è apparso di fronte a 25000 spettatori in una nuova produzione di Zeffirelli de Il Trovatore, per poi tornare all’Arena durante l’estate 2003 per Turandot ed Aida. Domani sera alle 21.30 l’ultima replica.