La traviata
Non c’è interpretazione più attuale e accusa più diretta ai mali del conformismo se non La traviata di Giuseppe Verdi (su libretto di Francesco Maria Piave): l’opera che mostra quanto possano essere dolci le gioie dell’amore spontaneo tra l’impulsivo Alfredo (“De’ miei bollenti spiriti”) e la sognatrice ma reticente Violetta (“È strano, è strano… Sempre libera”); quanto possano essere implacabili le logiche della morale benpensante che Germont impone a difesa di valori nei quali, alla fine, sembra lui stesso soccombere (“Pura siccome un angelo”); quanto coraggio e quanta dignità possano celarsi anche dietro le fattezze di una ragazza maledettamente bella ma che, destinata a perire di un male che la rode, è determinata nel mantener puro il suo cuore, incurante di quel che tutti credono di vedere e di sapere (“Addio, del passato bei sogni ridenti”).