Il flauto magico di Mozart è un Singspiel (cioè un’opera coi dialoghi parlati al posto dei recitativi) che contiene musiche e situazioni che toccano le corde della comicità e del fantastico, del dramma e della morale, mettendo in scena personaggi che possiamo intendere alla lettera ma anche per metafora: così la Regina della notte (quella dell’impressionante aria virtuosistica del secondo atto “Rancor di donna brucia nel mio core”) può essere sia una madre perfida e vendicativa, sia la personificazione dell’oscurantismo; Papageno può essere sia una creatura dei boschi ingenua, gaia e un po’ fifona (“Io son l’uccellatore”), sia la personificazione delle più semplici e bonarie aspirazioni umane; Tamino (“O immagine di cui mortale / non mai conoscerà l’eguale!”) può essere il tipico cavaliere armato di ogni favola ma anche l’ideale dell’uomo che alla violenza preferisce l’intelligenza e la luce del sapere.