Macerata 18/07/2014 – Domani 19 luglio debutta allo Sferisterio la nuova produzione di Tosca di Giacomo Puccini, secondo titolo della stagione 2014 del Macerata Opera Festival. Diretta dalla giovane coreana Eun Sun Kim, già apprezzata interprete del repertorio italiano a Londra, Francoforte e Vienna, viene interpretata nei ruoli principali da Susanna Branchini, applaudita Leonora nel Trovatore allo Sferisterio nel 2013, Luciano Ganci e Marco Vratogna. Firma lo spettacolo Franco Ripa di Meana insieme a Edoardo Sanchi per le scene e Silvia Aymonino per i costumi.
A render ancora più prezioso il debutto, una serie di eventi che accompagnano Tosca a partire dalla mattina fino al tardo pomeriggio. Alle 12 consueto appuntamento con gli Aperitivi Culturali di Sferisterio Cultura agli Antichi Forni: Eun Sun Kim e Franco Ripa di Meana insieme al critico Angelo Foletto disquisiscono su “Tosca, l’arte di farsi amare”. Alla Civica Enoteca Maceratese, a partire dalle ore 17.30 è possibile assistere ad una esposizione di imprese femminili del settore benessere con annesso brindisi in compagnia di Lorenza Natali, Carlo Cambi, Alessandra Càpici e Cesarina Compagnoni. Alle 18 risuonano nuovamente arie d’opera nel parco di Villa Cozza ed infine, nel cortile di Palazzo Conventati alle 19, Pomeridiana offre lo spettacolo Anna Karenina, con Alice Castori al pianoforte, Lucia Mezzanotte e Paola del Bianco al violino e letture di Roberta Sarti.
Alle 21 è l’ora di Tosca allo Sferisterio. Franco Ripa di Meana racconta una rappresentazione in linea con il tema “L’Opera è Donna” scelto per la 50° stagione dello Sferisterio. I tre atti sono collocati in tre epoche diverse ma la protagonista indossa fin dall’inizio abiti contemporanei che evidenziano la sua sicurezza, indipendenza, personalità. Il contrasto con l’ambiente è fortissimo nel primo atto, quello in cui Puccini è fedele, anche nel più minuto descrittivismo, alla commedia di Sardou e in cui la regia mantiene l’originale ambientazione nella Roma papalina in epoca napoleonica (battaglia di Marengo, anno 1800); si attenua nel secondo, che mette in scena dinamiche pienamente novecentesche ed è ambientata al tempo della prima dell’opera (Roma, Teatro Costanzi, 1900) e si riduce ulteriormente nel terzo con la scena della fucilazione ambientata nella Roma della Seconda Guerra Mondiale. La città stessa è protagonista, illustrata da grandi pannelli collocati lungo un’asta metrica che misura lo scorrere del tempo sull’immenso muro dello Sferisterio: accanto ai pini marittimi si succedono una veduta incorniciata per il I atto, il monumento a Vittorio Emanuele nel II, una fotografia in bianco e nero per il III. Tosca, classico apologo sul conflitto tra potere politico-religioso e libertà individuale, è anche un’indagine accurata sui rapporti di genere e sulle reazioni maschili all’affermazione della soggettività femminile. Eloquente in questo senso è il processo di maturazione di Mario Cavaradossi, che dalla superficialità del primo atto in cui considera Tosca poco più di una brillante conquista passa ad un rapporto sempre più consapevole e paritario. Scarpia incarna invece una pulsione che coniuga attrazione, timore e desiderio di distruzione verso una figura femminile indipendente percepita come aggressiva, pericolosa. Quello tra Scarpia e Tosca è un lungo duetto d’amore infiammato di pulsioni sadiche, al termine del quale Scarpia soccombe: la determinazione di Tosca nel rivendicare la propria libertà, anche erotica, non si ferma di fronte all’omicidio. Il meraviglioso personaggio del barone, uno dei grandi vilain della storia del teatro, risente forse del problematico rapporto del compositore stesso con la differenza femminile.