Turandot è una favola disseminata di misteri e momenti evocativi che trasportano il pubblico in una Cina magica e grandiosa: enigmi, principi d’oriente, gong del destino, boia, palazzi imperiali, sono tutti elementi che concorrono a narrare la storia della Principessa dal cuore di ghiaccio. Ho pensato di ambientare questa vicenda tra le sale di un museo dove il mondo di Turandot prenderà vita da statue, vasi, costumi tradizionali e antiche stampe. Calaf è un giovane visitatore del museo il quale rimane affascinato dal dipinto della principessa conservato in una cassa e pronto per essere esposto. Ecco che dopo la lettura di un vecchio manoscritto con la legge di Pechino da parte della guida del museo, la vicenda prenderà forma. Calaf insieme a suo padre e Liù saranno catapultati nel misterioso mondo di Turandot che altro non aspetta che trovare il vero amore per essere liberata e ricordata per sempre. L’opera si sviluppa interamente nell’ambiente evocativo di un museo, dove le casse per il trasporto delle opere d’arte si muovono e si aprono, svelando l’universo variegato e vibrante di Turandot. Gli scenari si trasformano, creando una molteplicità di effetti visivi. L’allestimento e i costumi rivestono un ruolo fondamentale nel trasportare Calaf e gli spettatori nel magnifico mondo di una Cina antica e lontana. Lanterne, copricapi stravaganti, draghi da parata, maschere, ombrelli di carta di riso e lunghi hanfu dai colori vivaci dipingono tutta l’atmosfera. Nel corso dell’opera, Calaf, con l’aiuto di Ping, Pong e Pang, tre statue dell’esercito di terracotta, cercherà di risolvere i tre enigmi per riuscire ad arrivare a Turandot e sposarla. I tre enigmi rappresentano una prova di intelligenza, saggezza e comprensione per coloro che cercano di conquistare Turandot. Essi sottolineano l’importanza di andare oltre l’apparenza e di penetrare nel significato più profondo delle emozioni umane. Attraverso la risoluzione degli enigmi, il protagonista dimostra infatti la sua abilità nel comprendere i veri valori dell’amore, della compassione e della redenzione. La fine di Liù, l’amica devota di Calaf, assume un significato particolare. Per proteggere il segreto dell’identità di Calaf, Liù si trasforma in una statua di porcellana, diventando un simbolo eterno di lealtà e dedizione. Anche il finale della nostra versione offre un epilogo sorprendente: Calaf, finalmente ricambiato da Turandot, si unisce a lei diventando parte dello stesso dipinto. Questo simbolo di unione eterna e immortalità rappresenta il trionfo dei sentimenti sulla fredda corazza della principessa e sul mondo esterno. L’ambientazione del museo dona a Turandot una nuova dimensione, in cui il passato e il presente si fondono, trasportando il pubblico in un viaggio di emozioni, bellezza e riflessioni. È infatti un luogo simbolo che da apparentemente statico si trasforma come spazio di bellezza e racconto attivo.