Carmen

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Opéra-comique in quattro atti
Libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy
dalla novella omonima di Prosper Mérimée
Editore Proprietario: Schott, Mainz;
rappresentante per l’Italia: Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano
In lingua originale con sopratitoli in italiano e in inglese

Siamo in Spagna, metafora di ogni esotico “laggiù”: Don José è combattuto tra la bella e affettuosa Micaëla e la conturbante Carmen, quintessenza di uno spirito libero e ribelle. Il fascino di Carmen non tarda a conquistare il cuore dell’uomo che, per lei, cede a qualsiasi trasgressione, incurante di quanto ciò possa costargli. I due si amano ma il potere seduttivo di Carmen colpisce anche Escamillo, spavaldo antagonista, e conduce via via Don José alla perdizione. Quando i due uomini s’incontrano, la vicenda precipita verso lo scontro violento, esito al quale tentano di opporsi a modo loro sia Carmen che Micaëla. Dopo il trionfo di Escamillo il fato si compie ma a esserne vittima è l’irriducibile Carmen, uccisa da Don José, ormai accecato dalla gelosia.

Sentieri di Arte e Musica

Anche quest’anno sarà istituito “Sentieri di Arte e Musica”, il tour dedicato all’opera lirica, all’arte e alle bellezze naturali delle Marche pensato per un pubblico non vedente e ipovedente.

Le date dedicate a Carmen saranno il 28 luglio e il 3 agosto 2019.

La data del 10 agosto è dedicata ad AVIS, cui sarà devoluta una maggiorazione di 2€ sul prezzo del biglietto

Le date

  • Venerdì 19 luglio H 21:00
  • Domenica 28 luglio H 21:00
  • Sabato 3 agosto H 21:00
  • Sabato 10 agosto H 21:00

    Data dedicata ad AVIS, cui sarà devoluta una maggiorazione
 di 2€ sul prezzo del biglietto

Anteprima giovani: martedì 16 luglio ore 21
Biglietti in vendita presso la Biglietteria dei Teatri in Piazza Mazzini, 10

*Attenzione: gli unici canali autorizzati per la vendita di questi biglietti sono il circuito Vivaticket e i punti vendita ufficiali. Diffidare da qualunque altro sito.

  • Direttore
    Francesco Lanzillotta
  • Regia
    Jacopo Spirei
  • Scene e costumi
    Mauro Tinti
  • Coreografie
    Johnny Autin
  • Luci
    Giuseppe Di Iorio
  • Calzature e accessori
    Les Jeux du Marquis
  • Don Josè
    Matthew Ryan Vickers
  • Escamillo
    David Bizic
  • Le Dancaïre
    Tommaso Barea
  • Le Remendado
    Saverio Pugliese
  • Moralès
    Stefano Marchisio
  • Zuniga
    Gaetano Triscari
  • Carmen
    Irene Roberts
  • Micaëla
    Valentina Mastrangelo
  • Frasquita
    Francesca Benitez
  • Mercédès
    Adriana Di Paola
  • Un Bohémien
    Andrea Pistolesi
  • Une Marchande d’oranges
    Olga Salati

Orchestra Filarmonica Marchigiana
Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”
Martino Faggiani maestro del coro
Massimo Fiocchi Malaspina altro maestro del coro
Pueri Cantores “D. Zamberletti” 
Gian Luca Paolucci maestro del coro delle voci bianche
Banda “Salvadei” complesso di palcoscenico

Nuova produzione dell’Associazione Arena Sferisterio

La prima rappresentazione del 19 luglio andrà in onda in diretta su RAI Radio3 e in differita sul canale Euroradio.

Sferisterio 2019: Carmen secondo Jacopo Spirei

 

Mettere in scena una delle opere più rappresentate al mondo – le statistiche dicono che la Carmen di Georges Bizet è annualmente fra le prime tre per numero di recite – è, più che in altri casi, una sfida, una sfida al rilancio e un invito all’approfondimento e alla forza dell’immaginazione.

Mettere in scena Carmen allo Sferisterio nel 2019 vuol dire misurarsi anche con uno spazio non convenzionale e dinanzi a un pubblico diverso per interessi e provenienze.

La sfida l’ha accettata Jacopo Spirei, regista fiorentino della generazione dei quarantenni, con una solida preparazione tecnica alle spalle, tanta esperienza e molti apprezzamenti nei teatri europei, noto in Italia per se sue idee originali, cariche di teatralità.

Chiedendogli dettagli sulla “sua” Carmen, Spirei racconta che «l’opera di Bizet è molte cose, ma prima di tutto è un’opéra-cominque, nata a Parigi e pervasa dal profumo della capitale francese. La Spagna che racconta è quella vista o pensata dai parigini, e la musica è la quintessenza della musica francese».

Per questo motivo con lo scenografo Mauto Tinti, Spirei si è lasciato ispirare dai cabaret di Parigi, dall’atmosfera carica di erotismo dei più celebri locali della capitale francese. Josè pensa di poterla possedere ma nessuno può farlo, la nostra protagonista è una creatura che vive sul palco e appartiene al palcoscenico e, solo nella fantasia, agli uomini.

Il fascino e il mito di Carmen trascina tutti dai lustrini del palcoscenico verso una spirale discendente di libertà e perdizione che culmina nella sua uccisione.

 

Georges Bizet: breve biografia

 

Georges Bizet era nato nel 1838 a Parigi in una famiglia di musicisti. Considerato un grande talento da piccolissimo, frequenta l’ambiente musicale parigino e viene apprezzato da Offenbach, Rossini, Gounod, Liszt e Saint-Saëns.

Neanche ventenne conquista il Prix de Rome e si trasferisce in Italia dove trascorre un periodo molto felice. Le commissioni e i debutti felici non mancano, ma la vita di Bizet al suo rientro in Francia è segnata dalla contrastata storia con Geneviève Halévy – figlia del suo maestro – che sposa solo nel 1869, a ridosso della guerra franco-prussiana durante la quale si arruola nella Guardia Nazionale.

La salute è sempre più precaria, minata da problemi cardiaci e dalla sofferenza per i problemi menali della moglie.

Storia di un’opera: Carmen di Bizet

 

Nel 1873 comincia a lavorare all’opera Carmen sul libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy (dall’omonima novella di Prosper Mérimée) che debutta all’Opéra-Comique di Parigi il 3 marzo 1875: accolta aspramente dalla stampa, raccoglie i favori di molti compositori e intellettuali.

Bizet, sempre più segnato nella salute, non ha il tempo però di vedere il successo di quello che sarebbe stato il suo ultimo lavoro e muore il 3 giugno 1875 a Bougival, nel giorno della trentesima replica.

Il capolavoro di Bizet viene trascinato nel dibattito musicale che accende la scena in quegli anni, fra i favorevoli e i contrari al “nuovo” stile wagneriano. Lo stesso compositore tedesco Richard Wagner è pero fra i suoi ammiratori, così come Brahms o Čajkovskij.

Al di là delle polemiche, Carmen di Bizet entra subito nei cartelloni dei teatri di tutto il mondo, nella versione originale con i dialoghi parlati – così come previsto dai canoni dell’opéra-comique – ma anche con recitativi accompagnati più affini all’opera italiana; così come la parte di Carmen nata per un mezzosoprano viene trascritta per soprano.

Carmen: trama e guida all’ascolto

Carmen – Primo Atto

Il Primo Atto di Carmen si apre con una delle pagine più popolari dell’opera, un Preludio il cui avvio festoso e scintillante è dato dal primo dei suoi tre temi, quello della corrida, cui succede quello del toreador Escamillo, caratterizzato da un motivo confacente alla vanagloria del personaggio.

Irrompe infine il motivo del destino, coi tremoli degli archi in fortissimo marcati da gesti perentori dei tromboni che ne connotano l’ineluttabilità tragica: strettamente connesso alla figura di Carmen, questo è l’unico tema che subirà vere e proprie elaborazioni, mentre i precedenti ricompariranno testualmente nel Secondo Atto e poi nel Quarto in qualità di rievocazione.

Carmen e la “Habanera”

L’azione prende avvio in contrasto tra l’ultima ripresa del tema del destino, che chiude il Preludio, e lo stile leggero della scena iniziale in cui entra la graziosa Micaëla (soprano) alla ricerca del fidanzato Don José (tenore).

Risuona quindi in orchestra una variante del tema del destino e, turbando il clima del momento, entra in scena Carmen (mezzosoprano) ed espone la propria idea dell’amore nella celeberrima Habanera.

Accortasi che Don José non le presta attenzione, Carmen, sulle note del tema del destino, gli si avvicina e getta ai suoi piedi un fiore il cui profumo ha sull’uomo l’effetto di un sortilegio d’amore, come ci suggerisce una bellissima melodia degli archi, piena di impeto passionale.

A sottrarre momentaneamente José alla seduzione di Carmen provvede Micaëla, giunta a consegnargli una lettera della madre. I due intrecciano un tenero duetto (“Parle-moi de ma mère”), scambiandosi dolci frasi melodiche intrise di nostalgia e d’affetto materno. Micaëla lascia dunque Don José intento a leggere la lettera. In lontananza, le urla di una rissa, sottolineate dal ritmico agitarsi dell’orchestra, attirano l’attenzione di tutti.

Il tenente Zuniga (basso) manda José e altri uomini ad accertarsi dell’accaduto: Carmen ha ferito una compagna di lavoro. Dopo aver ristabilito la calma, alcuni soldati conducono Carmen fuori dalla fabbrica (e in orchestra risuona il tema dell’innamoramento di Don José).

Alle domande di Zuniga, la donna oppone resistenza canticchiando con tono insolente una melodia dal carattere zingaresco e proferendo parole sarcastiche tacitamente rivolte a Don José. Viene dunque dato l’ordine di arrestarla.

Carmen cerca di convincere José a liberarla esibendosi con le mani legate in un seducente passo di Seguidilla (“Près des remparts de Séville”). Completamente ammaliato, José le concede la libertà dopo aver ricevuto una promessa d’amore. E con la fuga di Carmen, che si prende gioco di tutti cantando il ritornello dell’Habanera, si chiude l’atto.

 

Carmen – Secondo Atto

Il Secondo Atto è preceduto dal primo Entr’acte dell’opera: un’umoristica marcetta che funge da parentesi strumentale. L’azione si svolge in un locale dove Carmen e due sue amiche intonano e danzano una canzone gitana (“Les tringles des sistres tintaient”) di cui si ammira il progressivo crescendo e accelerando su armonie dissonanti.

Dopo un breve dialogo in cui Zuniga comunica a Carmen che José è stato punito per averla liberata, si ode all’esterno una folla acclamante il torero Escamillo (baritono), che fa il suo ingresso con un’aria: due strofe su un motivo trionfale (“Votre toast, je peux vous le rendre”) che si alternano a un ritornello basato sul tema del toreador già udito nel Preludio (“Toréador, en garde!”).

Colpito da Carmen, Escamillo la corteggia invano. Arrivano due contrabbandieri, il Dancaire e il Remendado (tenori) che si uniscono quindi alle ragazze dando vita a un celebre quintetto.

La voce di José annuncia il suo appressarsi; il capo dei contrabbandieri chiede allora a Carmen di convincere il soldato a unirsi a loro. All’arrivo di José, un breve dialogo con Carmen prepara il loro duetto.

Guizzi dei flauti donano un tocco di sensualità, preparando la scena che segue: per sedurre José, Carmen si esibisce in una danza accompagnandosi con le nacchere (“Je vais danser en votre honneur”), ma l’incantamento è interrotto dal suono in lontananza delle trombe che annunciano la ritirata.

Carmen riprende a danzare, ma ancora una volta José la ferma: deve tornare in caserma. La ragazza, incollerita, lo schernisce in modo sprezzante. Un assolo del corno inglese introduce la romanza (basata su una versione addolcita del tema del destino), con cui José esprime tutta la sincerità del suo amore (“La fleur que tu m’avais jetée”).

Rimembrando le parole dei contrabbandieri, a quel punto Carmen gli chiede di darle una prova d’amore fuggendo con lei; e per convincerlo gli prospetta i vantaggi della propria visione della vita (il motivo brioso “Là-bas, là-bas tu me suivrais!”, poi espresso con fierezza, “Le ciel ouvert, la vie errante”). Ma José non cede.

Improvvisamente bussano alla porta: è Zuniga intenzionato a incontrare Carmen. Entra, vede José con lei e gli intima di andarsene. Al diniego di questi, la situazione sembra degenerare e intervengono i contrabbandieri che disarmano Zuniga: José è costretto a disertare. L’atto si conclude sulla ripresa corale del motivo persuasivo di Carmen, a cui si unisce la voce di José sancendo la sua adesione alla nuova vita da zingaro.

 

Carmen – Terzo Atto

Lo splendido Preludio al Terzo Atto, in cui predominano flauto e arpa, evoca un placido paesaggio notturno. La scena mostra i contrabbandieri che procedono lungo un sentiero impervio: alcuni intonano un canto accompagnati da un ossessivo ritmo di marcia che tradisce la paura.

Rimasti soli, Carmen e José dialogano: il giovane si lamenta della sua nuova condizione di bandito; Carmen lo invita a tornare indietro, alludendo alla fine del loro legame (e in orchestra risuona un frammento del tema del destino).

José la guarda con fare minaccioso, ma Carmen, su uno schiocco di nacchere, dichiara di non temere il destino. Il suo fatalismo sfocia nel famoso terzetto delle carte (“Mêlons!, Coupons!”), durante il quale Carmen e le sue amiche leggono i tarocchi.

Con un motivo assai aggraziato, l’orchestra allude alla sorte favorevole delle due ragazze, mentre una musica cupa, in cui fa capolino il tema del destino, lascia presagire l’incombere di una tragedia. La grave atmosfera è fugata da un pezzo d’insieme dal carattere leggero (“Quant au douanier, c’est notre affaire!”): le tre ragazze devono distrarre i doganieri col loro fascino.

Determinata a portare in salvo José, giunge nel bivacco degli zingari Micaëla, che esprime i suoi timori in un’aria di un lirismo quasi belliniano (“Je dis que rien ne m’épouvante”).

Scorge poi José che impugna un fucile, mentre un colpo parte in direzione di una presenza sospetta: si tratta di Escamillo, col quale José s’appresta a duettare (“Je suis Escamillo”). Il toreador, che è a conoscenza del fatto che Carmen non ama più il suo soldato, è venuto per rivederla.

José s’infuria e sfida a duello il rivale, facendosi così riconoscere. Interviene Carmen ed Escamillo, sul tema a lui associato, decide di ripartire. Ricompare Micaëla che prega José di partire con lei per dare l’ultimo saluto alla madre morente.

José accetta di seguirla, ma non prima di aver minacciato Carmen (sul tema del destino). Da lontano si ode Escamillo intonare il suo tema, sul quale si chiude l’atto.

 

Carmen – Quarto Atto

Dopo il festoso Entr’acte che precede l’ultimo atto di Carmen, una folla si è radunata in una piazza di Siviglia per assistere alla corrida. Si odono le acclamazioni del pubblico rivolte ai toreri che sfilano e soprattutto a Escamillo che, sul tema del toreador, avanza con Carmen al suo fianco. Le amiche informano Carmen della presenza di José e la mettono in guardia; la donna però affronta il pericolo con fatalismo.

Mentre il frizzante tema della corrida viene intercalato da inquietanti discese cromatiche e dal minaccioso tema del destino, i due si trovano faccia a faccia (“C’est toi?!, C’est moi!”): José supplica Carmen di seguirla, ma lei rifiuta. L’uomo proferisce quindi la domanda fatidica: “Tu ne m’aimes donc plus?”, cui segue, dopo un istante di esitazione, la risposta negativa di Carmen.

José le dichiara forsennatamente il suo amore. Il suono delle fanfare proveniente dall’arena, mentre il pubblico acclama il toreador, esalta per contrasto la tragedia che sta per compiersi. Accecato dalla gelosia, José chiede a Carmen se ama Escamillo, ricevendo una secca risposta affermativa mentre in orchestra risuona il tema del destino.

All’ennesima richiesta di seguirlo, Carmen lancia con gesto di sfida l’anello che l’amante le aveva regalato. Accordi laceranti preparano l’ineluttabile (“Eh bien! damnée!”): sulle ultime battute del ritornello dell’aria del toreador, Don José pugnala Carmen. E sulle parole cariche di disperazione che proferisce gettandosi sul corpo esanime dell’amata (“Ah! Carmen! ma Carmen adorée!”), l’opera si conclude.

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